Birra e calcio

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Il legame birra e calcio

La cultura di massa, la birra e il calcio

“Sabato 18 ore 20.25, in telecronaca diretta da Wembley, Inghilterra-Italia*, valevole per la qualificazione della coppa del mondo. Fantozzi aveva un programma formidabile: calze, mutande, vestaglione di flanella, tavolinetto di fronte al televisore, frittatona di cipolle per la quale andava pazzo, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato e rutto libero.”

La scena è presa dal film “Fantozzi”, personaggio creato da Paolo Villaggio e che più di qualsiasi altro ha saputo incarnare l’archetipo dell’italiano medio, oltre che dipingere un quadro grottesco ma indicativo della società nostrana. L’immagine (e numerose altre presenti nella saga fantozziana) rispecchia un clichè della cultura di massa. In questa scena l’emblema è rappresentato dalla birra bevuta guardando una partita di calcio: un classico.

Simili spaccati si possono trovare in centinaia di altri esempi, spaziando tra il cinema, la radio, la letteratura e ogni forma di comunicazione di massa. Ma cos’è la cultura di massa? Questa locuzione, spesso usata per dare una connotazione negativa ad un fatto, è riferita alla cultura prodotta e veicolata dai media.

Nella cultura di massa si intrecciano anche i luoghi comuni: usati a sproposito, odiati dai colti, portatori di presunta e antica saggezza, ma a volte tanto evidenti da accogliere la verità. E forse birra e calcio sono davvero un connubio perfetto.

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Birra, calcio e business

Il mondo del pallone rappresenta uno dei business più proficui al mondo, e il legame tra calcio e la birra non è stato mai sottovalutato dai grandi produttori e distributori globali di birra. Come lasciarsi sfuggire un’occasione così ghiotta? I marchi di birra hanno investito risorse ingenti nella promozione dei rispettivi brand nel calcio, in ogni forma. Dalle sponsorizzazioni alle partnership, sino a finanziare grandi eventi o addirittura a pubblicizzare interi tornei.

Non a caso in Italia la Birra Moretti ha puntato molto sul legame tra birra e calcio, legando il proprio marchio alla squadra della propria città di origine, l’Udinese. Dopo avere intitolato a proprio nome lo stadio di Udine ed essere ritornata sponsor della squadra locale, ha anche organizzato il noto Trofeo Birra Moretti tra il 1997 e il 2008. Perché, come ricorda uno spot televisivo, “chi mastica calcio beve Birra Moretti“.

Anche in Belgio, dove la presenza del calcio è meno ossessiva ma la birra è certamente un simbolo nazionale, i marchi di birra hanno puntato al legame tra birra e calcio. Dal 2014 il maggiore campionato professionistico del Belgio si chiama Jupiler League, grazie alla ingente sponsorizzazione di Inbev, proprietaria di Piedboeuf, produttore della Jupiler.

Da non dimenticare che il più importante torneo calcistico per club del mondo, la Champions League, è sponsorizzata dal marchio Heineken.

Calcio e sponsor, un inizio insospettabile

La crescente attenzione verso il calcio e il notevole interesse dei grandi player del mercato ha investito questo sponsor di aziende, pronte a impiegare grandi budget per veicolare il proprio nome grazie al calcio.

E’ curioso osservare come prima del 1972, nonostante la passione mondiale per il calcio e ai campioni del passato, nessuno avesse mai pensato (o potuto) di comparire sulle maglie dei calciatori. Nel 1972 l’Eintracht Braunschweig, squadra di media caratura della Bundesliga (il maggior campionato tedesco), divenne la prima squadra a mostrare uno sponsor tecnico sulle maglie. Birra? No, un amaro. Il club stipulò un accordo da 100 mila franchi con Jägermeister, la cui fabbrica era poco distante dal campo da gioco della squadra.

Il 1976 fu la volta del campionato inglese grazie al Kettering Town, che dopo essere scivolati fuori dalle categorie professionistiche poterono accordarsi con la Kettering Tyres per stipulare la sponsorizzazione. E forse non è un caso che in seguito Paul Gascoigne, noto amante di birra, sedesse sulla panchina del Kettering Town, anche se per soli 39 giorni.

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Nella patria dei pub: birra e calcio in Gran Bretagna

Ad oggi i marchi di birra sono molto presenti nel mondo del calcio, soprattutto dove la cultura della bevanda fermentata è più radicata, e a braccetto con la diffusione del calcio. In Gran Bretagna è nato il gioco del calcio, ed i paesi anglosassoni sono tra i più importanti nel mondo birrario: il legame tra birra e calcio qui è saldo più che altrove.

Inghilterra

Nel paese che vanta l’invenzione del gioco del football e la birra è la bevanda nazionale insieme al thè, l’amore verso il calcio e la birra è un’istituzione. Il Liverpool, probabilmente la squadra più blasonata del paese, ha avuto Carlsberg come sponsor principale per 17 anni, legando i successi internazionali al marchio danese.

Altre squadre molto famose hanno stretto accordi con produttori di birra per riportare i marchi sulle proprie maglie: è il caso del Chelsesa con Coors, Tottenham con Holsten, Nottingham Forest con Labatt. E il Newcastle? Non poteva che accordarsi con Newcastle Brown Ale.

Scozia

La Scozia è un paese con una fortissima tradizione di birra e di calcio. Nonostante le squadre scozzesi non abbiamo avuto grande successo nel resto d’Europa, fatta eccezione per il Celtic Glasgow campione europeo nel 1967, il calcio è uno sport molto popolare.

Il campionato è stato spesso dominato dalla grande rivalità tra le due squadre di Glasgow, Celtic e Rangers. E sembra quasi un miracolo che Tennent’s riuscì a sponsorizzare entrambe le squadre nella stagione 2010-2011. In realtà Tennent’s fece questa mossa perché se avesse sponsorizzato una sola delle due squadre avrebbe perso i favori dell’altra metà, tale è la rivalità cittadina. In quel campionato, vinto dai Rangers, le maglie delle due rivali recavano lo stesso main sponsor; curioso notare come da li in poi tutti i titoli successivi fossero vinti dal Celtic.

Tennent’s, che è prodotta da Wellpark Brewery a Glasgow, ha sponsorizzato per un quinquennio anche la nazionale di calcio scozzese. Le due squadre della più grande città di Scozia furono invece sponsorizzate anche da altri marchi di birra: Carling per il Celtic e Mc’Ewans per i Rangers.

Irlanda

Se si parla di birra e di calcio in Irlanda non si può che pensare a Guinness. Il più famoso marchio di birra al mondo è stato lo sponsor del Cork City FC, nonché della squadra inglese del Queens Park Rangers.

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Birra e calcio nel resto del mondo

Il legame tra birra e calcio non è prettamente britannico: in Europa molti marchi di birra hanno sponsorizzato delle squadre di calcio professionistiche. La birra Petrus prodotta da Brouwerij Bavik ha fatto nostra di sé sulle maglie del Waregem, in Belgio, mentre il marchio della Estrella Galicia spiccava sulle maglie dei giocatori del Real Sociedad, nella Liga Spagnola.

In Europa ci sono numerose altri casi, me è forse fuori dal vecchio continente che il sodalizio birra – calcio appare più forte. In Centro e Sud America la tradizione calcistica è evidente, e non è un caso se i migliori calciatori della storia del calcio provengano spesso dalle Americhe. Tecate in Messico e Cristal in Cile sono sempre presenti, mentre l’Argentina è la patria della Quilmes.

Il birrificio argentino fondato nel 1888 dall’emigrante tedesco Otto Bemberg dal 2019 è lo sponsor ufficiale dell’omonima squadra di calcio, e lo sarà per sempre. Ma il più grande birrificio argentino è andato oltre, riuscendo a sponsorizzare i due più famosi club di calcio di tutto il paese, protagonisti della rivalità più accesa nel mondo sportivo. Quilmes è stato infatti lo sponsor del Boca Juniors dal 1995 al 2001 e del River Plate dal 1996 al 2002.

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In Italia?

L’Italia è uno dei paesi con la più importante tradizione calcistica al mondo, ma lo stesso non vale per la birra. Fortunatamente la situazione migliora di anno in anno grazie al grande lavoro dei birrifici artigianali italiani. Anche nel nostro paese ci sono state delle sponsorizzazioni che hanno legato birra e calcio: Peroni e Bari, Ichnusa e Cagliari, Raffo e Taranto. Non certo dei top club ma sicuramente squadre importanti, e con un buon seguito.

Entrano in campo i professionisti

Peroni, Ichnusa e Raffo sono senza dubbio dei marchi molto noti, ma quando si tratta di birra su queste pagine si preferisce dare spazio ai birrifici artigianali, per una semplice questione di gusti. I birrifici artigianali italiani non hanno ancora la capacità economica di supportare sponsorizzazioni con grandi club, ma contribuiscono ad affrancare il legame tra birra e calcio.

Come? Con le armi a propria disposizione: qualità, creatività, passione. Nel movimento craft beer italiano ci sono molti casi di sodalizi che interessano il rapporto tra birra e calcio.

La Pagnotta

Birra Pagnotta è una beerfirm pugliese situata da Altamura, che produce principalmente due birre: una red ale e una blonde ale, entrambe da 5 ABV. La Bionda e la Rossa fanno bella mostra in eleganti bottiglie da 75 cl, prive di alcun riferimento a squadre e al mondo del calcio in genere. Dove risiede il legame tra birra e calcio? Uno dei due soci fondatori è Francesco “Ciccio” Caputo, attaccante che ha giocato in molte squadre di serie A e B e anche nella Nazionale Italiana.

Ciccio Caputo e Biagio Tricarico affidano la produzione agli impianti di Birra Perugia, che utilizza materie prime di alto livello, tra le quali il Pane di Altamura DOP. La peculiarità della Pagnotta è proprio qui, come dichiarano i produttori: “Prodotto con semola rimacinata e lievito madre. Birra e Pane DOP, un legame unico ed indissolubile che produce profumi, intensi e fragranti, secondo l’antica tradizione dei monaci birrai.”

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Amaranto

Il Piccolo Birrificio Clandestino è il primo birrificio artigianale ad avere aperto a Livorno e provincia, nato nel 2010 grazie a Pier Luigi Chiosi. I “Clandestini” si sono affermati in breve tempo nel settore craft italiano grazie alla qualità delle birre prodotte. Il legame con la città di Livorno è molto stretto, favorito anche dalla grande passione che i livornesi hanno per la propria città. La squadra di calcio locale, A.S. Livorno Calcio, è un simbolo della “livornesità” e i ragazzi del Piccolo Birrificio Clandestino hanno reso omaggio al club con una birra.

Amaranto è la California Common prodotta per il Livorno: Davide Balestri del PBC racconta come è nata questa birra:

“Siamo molto legati alla nostra città e abbiamo  prodotto una birra in onore della squadra di calcio, che ha un legame molto saldo con la città. La birra Amaranto è una californian common prodotta  in occasione del passaggio alla serie B nel 2018. Volendo omaggiare la squadra ed i meravigliosi tifosi abbiamo deciso di vendere la Amaranto al bar dello stadio. E’ un omaggio alla squadra ma anche alla città, di cui siamo fieri cittadini. Siamo stati i primi a portare la birra artigianale in città, e la produzione dell’Amaranto ci rende ancor più orgogliosi di essere livornesi.”

Viola, Blucerchiata e Nerazzurra

Birra del Gabba è una beerfirm toscana situata nella provincia di Pisa, ideata dalla mente creativa di Sergio “Gabba” Gabbani. Il progetto di Birra del Gabba è chiaro, ambizioso e complesso: quello di dare alla birra di qualità una veste lussuosa, ed inserirla negli ambienti dedicati al lusso. La birra viene prodotta presso l’impianto di Gallipoli e commercializzata in bottiglie molto ricercate: etichette in alluminio, cuoio, formati che arrivano ai 9 litri di una salmanazar e design curato sono tratti distintivi.

Birra del Gabba ha proposto parallelamente un progetto ambizioso: creare dei prodotti che potessero unire la birra di qualità ad un consumo da “stadio”. Sergio racconta la sua idea:
“Ho deciso di seguire questo progetto perché credo ci sia la possibilità di portare la birra allo stadio in un modo diverso, e cioè attraverso prodotti che rispecchino i colori e l’identità dei tifosi e della squadra.

Abbiamo creato una pils molto piacevole e beverina, da vendere in bottiglie da 50cl realizzate in pet. Questa scelta offre la possibilità di portare la birra anche all’interno degli stadi, dove sarebbe bello proporre una “bottigliata” come fosse una sciarpata. Le grafiche delle bottiglie sono ideate per poter cambiare nel corso dei mesi, nel caso si vogliano adottare nuove vesti o proporre iniziative per i tifosi.

Abbiamo collaborato con importanti squadre di calcio come Sampdoria, Pisa e Fiorentina: la Blucerchiata, la Nerazzurra e la Viola sono le birre. Distribuite nelle città che ospitano le rispettive squadre, queste birre sono state “avvistate” in molti bar e ristoranti, segno che l’idea è piaciuta ai tifosi. E’ sicuramente difficile poter entrare in pianta stabile nella distribuzione, avendo a che fare con società gigantesche come le squadre di calcio.”

Fiorentina

Firenze e la Fiorentina hanno un legame speciale: la squadra di calcio è un simbolo della città, ma soprattutto della “fiorentinità”, così come accade in altre piazze come Livorno e Bergamo. Non bastava quindi la Viola prodotta da Birra del Gabba: i ragazzi de L’Olmaia, nonostante la collocazione nella favolosa Val D’Orcia, hanno voluto omaggiare il capoluogo toscano. Con una birra, ovviamente: la Fiorentina è la birra prodotta dal birrificio di Montepulciano

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Atalanta

Bergamo è una città unica in Italia, non solo per le bellezze che può mostrare: nel capoluogo orobico e in tutta la provincia c’è un senso di appartenenza che non si trova neanche in Irlanda (cit.). I bergamaschi e la città sono uniti da un amore viscerale e il trait d’union è l’Atalanta, la squadra di calcio locale, o Dea, come viene chiamata dai cittadini.

In una città fortemente caratterizzata da un’identità locale nella quale il calcio e la birra sono elementi essenziali poteva mancare la birra dell’Atalanta? Gli incredibili risultati ottenuti dalla squadra, che ne hanno fatto una sorta di piccola nazionale, hanno convinto Qubeer a produrre una birra per omaggiare la Dea.

Nicola “Nix” Grande, nome molto noto e attivo nel movimento craft beer italiano, è il birraio di Qubeer, e racconta la genesi del progetto: “Il progetto nasce per volontà della famiglia Bosatelli, in particolare grazie a Luca e i suoi figli, e con l’amico Bruno. Insieme hanno deciso di fondare un birrificio che puntasse sull’alta qualità, e da qui il nome Qubeer, cioè Quality Beer.

Così hanno interpellato il numero uno della birra in Italia chiamando Kuaska, che ha fatto da padre spirituale e da consulente. Tra le scelte da farsi in un progetto ambizioso una delle prime è stata la selezione del birraio, così Kuaska mi ha contattato, dopo avere saputo alla fiera di Rimini che avevo voglia di ritornare in sala cottura in maniera più assidua.

Questa mia volontà è emersa dal fatto che ora posso gestire solo la contabilità del pub (Nix Beer Pub di Pavia), mentre la produzione delle mie birre è affidata ai ragazzi di The Wall a Venegono, che lavorano benissimo. Era il momento di  tornare tra i fornelli.

Poco prima del lockdown ci siamo accordati per poi proseguire a distanza: a luglio 2020 è iniziata la produzione che prevede cinque birre ideate a quattro mani da me e Kuaska. Tra di esse c’è l’Atalanta, una bohemian pilsner beverina, con una corposità che ricorda la tradizione, un buon amaro e luppoli molto freschi. Ha avuto subito un grande successo: appena usciti sul mercato abbiamo avuto subito delle nuove richieste perché è letteralmente volata, e non solo nella bergamasca. E’ una birra che va molto, per via di una qualità molto alta, un progetto serio alle spalle, un brand forte e anche per la mano del birraio!”

Stella Orobica

Poco prima del lancio  dell’Atalanta, un’altra birra ha omaggiato i colori delle Dea: la Stella Orobica. Nata dalla collaborazione tra due big, Microbirrificio Lambrate e Frimidale , questa pils è stata creata durante il difficile periodo che Bergamo e i bergamaschi hanno vissuto nella primavera del 2020.

La Stella Orobica è una versione speciale della celebre Montestella, la prima birra prodotta dai ragazzi di Lambrate, nel 1996. Questa birra è una pils prodotta con malti Pilsner, Monaco, Dextrin e con i luppoli Perl e Tettnanger.

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Rail Road Brewing Company

Se c’è un birrificio che può rappresentare al meglio il legame tra birra e calcio questi è certamente Railroad Brewing Company, birrificio artigianale brianzolo sito a Seregno. I tre soci, Benedetto Cannatelli, Tommaso Colombo e Stefano Zanetto, fondano il birrificio nel 2013 e lanciano una serie di birre, tra le quali la Zlatan, una Imperial IPA da 8,3 ABV. Questa birra è forse inconsciamente il primo tassello di un progetto che da li a qualche anno avrebbe prodotto una serie di birre di grande successo.

L’idea di Railroad Brewing Company è di creare delle birre che omaggino i giocatori e gli addetti ai lavori che per motivi particolari hanno segnato un’epoca, quello della Seria A considerata il campionato più bello del mondo.

Benedetto spiega il progetto di Railroad:

“Noi siamo nati nei primi anni 80 e negli anni della nostra adolescenza il calcio ha avuto un ruolo fondamentale, come per tanti altri. Lo spunto iniziale è nato chiacchierando con amici e ricordando quei calciatori non di primissimo piano ma che, pur giocando in provincia, hanno avuto dei grandi exploit.”

Bomber series

“Mi è capitato poi di leggere la biografia di Marco Negri e sono rimasto molto colpito dalla sua storia, così attraverso un amico giornalista sono riuscito a chiamarlo. L’idea di dedicargli una birra, la nostra One Season Wonder, gli è piaciuta e siamo andati a trovarlo ad Udine, quando faceva parte dello staff di Oddo. Abbiamo passato una piacevolissima giornata insieme e Marco ha capito subito lo spirito dell’iniziativa.

In seguito, dopo un’altra biografia letta, abbiamo contatto Sandro Tovalieri, detto Il Cobra. Il fatto che due calciatori scrivessero di loro è sintomo della volontà di raccontarsi, e infatti anche Sandro è rimasto favorevolmente sorpreso.

Attraverso un amico comune abbiamo conosciuto i gemelli Filippini, due autentici fenomeni di simpatia, che sono venuti qui in birrificio. La Catapulta Infernale è stato il nome più naturale per battezzare la birra a loro dedicata, ricordando le gesta dei gemelli Derrick del famoso cartone animato, anch’esso parte della nostra adolescenza.

Grazie ad una conoscenza abbiamo ricevuto il contatto di Bruno Pizzul, al quale abbiamo fatto visita nella sua casa in Friuli, al confine con la Slovenia. Abbiamo trascorso una giornata insieme e Bruno è stata entusiasta del progetto, prestandosi anche a fare la telecronaca del video con i gemelli Filippini. Il Traversone è la birra a lui dedicata, la quarta delle serie Bomber Series, che presto vedrà l’uscita di altre novità.”

Le birre

“Le birre vogliono arrivare direttamente all’appassionato di calcio e non per forza al beer nerd: sono birre legate dalla semplicità, a prescindere dal grado alcolico. La One Season Wonder è una bitter che omaggia l’omonima stagione di grazia nella quale Marco segnò 32 reti in 29 gare con la maglia dei Rangers Glasgow. Il Cobra è una lager di facile beva dedicata al grande bomber Tovalieri, una birra semplice e che può servire per introdurre il bevitore meno esperto nel mondo craft beer.

La Catapulta Infernale è una tripel da 8 ABV, una birra robusta ma di facile beva, la nostra terza birra prodotta in ordine di tempo. Il Traversone è una doppelbock molto beverina, nonostante la gradazione di 8 ABV, che omaggia il termine sdoganato da Pizzul nelle sue celebri telecronache.”

I personaggi

“Il lato più bello è stato scoprire delle persone fantastiche, disponibili e genuine, con le quali si è instaurato un rapporto di amicizia. Marco e Sandro sono sempre disponibili, Bruno ci ha accolti nel salotto di casa sua con la moglie come fossimo parenti e i gemelli Filippini sono due portenti della natura. Sono grandi appassionati di musica più che di calcio e ci hanno raccontato di avere fondato una band, Antonio Filippini and The Stalker, perché hanno stalkerizzato Bruce Springsteen – del quale sono grandissimi fan. Hanno seguito tutto il tour europeo del Boss e hanno rischiato l’arresto per aver tentato di scavalcare il cancello di casa della residenza di Bruce.

Non sappiamo ancora chi contatteremo in seguito, ma di certo abbiamo un piccolo desiderio che difficilmente verrà realizzato. Vorremmo recapitare una cassa di Catapulta Infernale a Ronaldo Il Fenomeno, dopo avere saputo da una sua intervista che gli avversari più duri che abbia mai incontrato sono stati i gemelli Filippini.

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Largo agli aforismi

Il mondo del calcio, come quello della birra, è un terreno fertile per i grandi personaggi e le loro frasi celebri. Sperando di non offendere nessuno, preferisco citare un uomo di sport che ha fatto storia per i propri successi e per le parole: Mr Boskov. Per molti nel suo breve pensiero si racchiude tutto il senso delle parole lette sino a qui:

“Se uomo ama donna più di birra ghiacciata davanti a televisione con finale Champions, forse vero amore, ma no vero uomo”

 

*p.s quel famoso Inghilterra-Italia, del quale “si diceva che l’Italia vinceva 20 a 0” durante l’ennesima proiezione della Corazzata Potemkin, terminò invece 2 a 0 per i padroni di casa…

LOGHI E IMMAGINI SONO PROPRIETA’ ESCLUSIVI DEI RISPETTIVI PROPRIETARI-

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