Le Alewife, streghe o birraie?

alewife

Le donne e la birra

In un settore – quello della birra artigianale e della birra in genere – in cui appare preminente la presenza maschile, la figura della donna sembra avere un ruolo marginale nonostante la donna abbia assunto un’importanza centrale sin dalle origini della amata bevanda fermentata.

Non a caso, tra mitologie e antiche credenze, le divinità protettrici della birra erano spesso donne: Ninkasi tra i sumeri, Tenenit nell’antico Egitto, Raugutiene nella cultura baltico-slava, Kalevatar tra le leggende finniche. Dalla divinità alle birraie sumere e babilonesi, le donne hanno sempre avuto un ruolo fondamentale nella produzione e nel commercio della birra, e non è difficile capire il motivo.

Nelle antiche società la donna ha prevalentemente assunto il ruolo di protettrice e governante del nucleo familiare e , insieme alla cura della casa e dei pasti, la donna ha svolto anche la funzione di birraia, specialmente in luoghi in cui storicamente la birra era ben presente.

Nel medioevo

Durante il lungo Medioevo (ma anche precedentemente) le donne preparavano la birra all’interno delle proprie abitazioni per il consumo domestico. Il consumo di birra era popolarmente in voga perché garantiva una fonte calorica, grazie ai cereali, ed era nettamente più salubre dell’acqua, la cui corretta conservazione non era sempre garantita.

Le birraie medievali conoscevano bene l’arte della birrificazione e della fermentazione, e nel caso di produzioni sovrabbondante potevano permettersi di rivendere la birra in eccesso, garantendo una preziosa fonte economica supplementare.

Produzione e commercio erano quindi affidate alle donne di casa, che in Inghilterra e nel resto d’Europa erano note come alewife.

Le alewife (alewives)

Donne con grandi calderoni si presentavano nei mercati paesani con i propri cappelli a punta, che servivano per farsi notare tra la folla. Nelle abitazioni-birrifici di queste donne non era raro trovare una scopa appesa sopra all’ingresso, per indicare la disponibilità birra: tale segnale era noto come alestake. A presidio delle case delle alewife si trovavano spesso dei gatti, per difendere le scorte dei preziosi cereali dall’incursione di topi e ratti.

La figura della alewife, così descritta, non può che rimandare alla celebre raffigurazione di uno dei personaggi più popolari della cultura mondiale: la strega.

Il termine alewife, che trae chiaramente origine da ale, indica la donna che produce birra in casa, che ha in birraio il corrispettivo maschile.

La caccia alle streghe

Negli stessi anni in cui l’attività della figura della alewife era florida si diffuso il fenomeno tristemente noto come caccia alle streghe, manifestatosi tra Europa e Nord America, che visse un importante periodo tra il XV e il XVIII secolo, in era post medievale.

Sebbene fosse la stregoneria in genere ad essere bandita e cacciata, furono soprattutto le donne le vittime della bieca follia che pervase soprattutto il popolo. Sono tutt’ora celebri e inglobati nella cultura di massa alcuni luoghi in cui la caccia alle streghe visse dei veri e propri deliri collettivi, come a Salem e a Triora.

Il rogo divenne il simbolo della caccia alle streghe, l’estrema punizione alla quale venivano condannati gli eretici, e l’immagine della donna con il cappello a punta e la scopa, intenta a preparare pozioni nel calderone, divenne immagine della strega.

L’opportunità per i birrai maschili

Le donne sposate potevano produrre birra con i mariti mentre le vedove, o nubili, gestivano interamente la produzione e il commercio di birra. Attività fiorente e priva di cali, la produzione di birra iniziò a fare gola ai mercanti europei che bramavano i ricavi provenienti dalla vendita di birra.

Così il fondamentalismo religioso del XV secolo – lo stesso che contribuì a diffondere la caccia alle streghe – divenne un pretesto per alcuni produttori uomini, che iniziarono ad accusare le alewife di produrre pozioni magiche nei propri calderoni-tini.

Il clima di terrore e ignoranza dei tempi indusse molte donne ad abbandonare il mestiere, a favore dei birrai che presero il controllo, pressoché totale, della produzione e della vendita della birra.

Critici e storici

Sono molti gli storici che scorgono nette somiglianze tra la stereotipata – e molto raffigurata – figura della strega con quella della alewife. L’immagine del calderone schiumante (il tino?), il manico di scopa (appeso fuori dalla porta), il cappello a punta (per farsi notare al mercato) e la presenza del famigerato gatto – magari nero, riportano inevitabilmente a sovrapporre le due immagini.

History Channel ha prodotto un documentario che sembra affermare quanto la figura della alewife coincida con la terribile strega, per quanto sopra citato. In tempi più moderni queste tesi sono al centro di una revisione che intende riconsiderare il legame tra le alewife e le streghe, nonostante le somiglianze rimangano vive.

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