L’interesse sempre più diffuso nei confronti della birra ha permesso che molte persone approfondiscano la conoscenza circa la storia e la produzione della birra. La presenza di corsi di degustazione e di produzione casalinga è un indice significativo dell’attenzione sempre più profonda nei confronti della bevanda fermentata. Tra i temi che stanno suscitando un buon interesse c’è anche il Gruit, termine che possiede una triplice valenza.
Le origini del Gruit
La parola Gruit (oppure Grut o Gruyt) deriva dal tedesco e viene usata per la prima volta nel testo Materium cerevisiae del 924. Originariamente il gruit stava ad indicare una miscela di erbe e spezie. Con lo stesso termine ci si riferiva al monopolio delle autorità locali,in Olanda,Belgio e Germania, sulla sua vendita. Lo stesso nome indica la tipologia di birra che prevede l’uso di gruit: tali birre sono infatti chiamate Gruit Ales.
I primi cenni all’utilizzo del Gruit risalgono al X secolo, e nonostante il quasi totale abbandono intorno al XV secolo, in alcune zone si continuò ad utilizzarlo fino al XVII secolo. Infatti in passato, soprattutto prima dell’Editto di Purezza (Reinheitsgebot) del 1516, si era soliti aromatizzare la birra con le più svariate piante, come l’artemisia, erica, ginepro, salvia, achillea, calluna e molte altre.
Ogni mastro birraio aveva il suo Gruit e ne custodiva gelosamente la ricetta. Nonostante i Gruti fossero diversi tra loro, in realta spesso avevano una base comune. Alcune piante non potevano mancare, come l’achillea, il rosmarino selvatico e il mirto di di palude. Queste piante avevano la caratteristica di essere in possesso di qualità inebrianti, a volte con forti effetti psicotropi. Si dice che riuscissero a stimolare la mente, aumentando anche l’euforia e le prestazioni sessuali: una sorta di “droga medioevale”.
Col tempo il Gruit fu sostituito dal luppolo e venne praticamente dimenticato. La ragione di tale sostituzione è probabilmente da collegare al costo del luppolo, decisamente più economico rispetto alle spezie. Inoltre il luppolo fu preferito anche per le proprietà antisettiche e la propria azione come conservante naturale. Quest’ultima non sembra essere la ragione principale, in quanto anche piante come la salvia, il rosmarino o il mirto di palude hanno proprietà antisettiche e coadiuvano la conservazione.
Le Gruit Ales
L’avvento delle craft brewery in nord America e in Europa ha sconvolto il mondo birrario, grazie anche alla loro voglia di sperimentare. Molti stili storici sono stati riscoperti, e tra essi hanno suscitato grande curiosità anche le Gruit Ales.
Tra gli esempi disponibili più conosciuti sul mercato ci sono:
- Bean Gulban del birrificio irlandese White Hag, una sour ale da 7.5% con aggiunta di erica;
- Alba del birrificio scozzese Williams Brothers, una scottish pine ale da 7.5% con aggiunta di aghi di pino;
- Fraoch del birrificio scozzese Williams Brothers, una heather ale da 5% con aggiunta di erica, zenzero e mirto di palude;
- Alaskan Winter del birrificio statunitense Alaskan Brewing Company, una winter ale da 6,4% con aggiunta di punte di abete rosso.
L’ International Gruit Day
A partire dal 2013 ogni 1° Febbraio si celebra l’International Gruit Day, durante il quale si celebrano le Gruit Ales e le tradizioni che riguardano l’utilizzo di erbe e spezie al posto del luppolo.
All’evento partecipano birrifici di tutto il mondo, senza però riunirsi in un unico luogo, ma ognuno dalla propria sede. In quel giorno lancian la propria Gruit Ale e la condividono con gli altri birrifici partecipanti.
Slainte!
Il birrificio irlandese White Hag utilizza il gruit nella produzione di alcune delle proprie birre.
Si ringraziano www.gruit.es , www.gruitday.com e blog.mountainroseherbs.com per le immagini.